IL PASSATO REMOTO
Il passato remoto è un tempo verbale usato spesso (molto più spesso di quanto immaginiamo e di quanto dicano i libri o alcuni insegnanti in classe!) nella lingua italiana al posto del passato prossimo, soprattutto in riferimento a eventi storici o comunque così distanti nel tempo da non lasciare grosse conseguenze nel presente.
Il suo uso e la sua diffusione sono differenti da una regione italiana all'altra, quindi è sbagliato generalizzare e dire che "non lo usa nessuno": la verità è ben diversa.
Gli stessi insegnanti, se settentrionali, farebbero bene a dire: "Dalle mie parti è poco usato. Però in molte altre regioni, dove l'italiano è usato forse anche più correttamente che nella mia, il passato remoto è usato con una certa regolarità".
Nel Sud Italia e al Centro, il passato remoto è comunissimo anche nella lingua parlata, spesso in riferimento a fatti avvenuti solo pochi giorni prima ("la settimana scorsa incontrai Paolo e gli raccontai le mie novità", "l'altro giorno vidi un bel fiore e lo raccolsi").
Nel Nord Italia esso è effettivamente poco frequente, e nella lingua parlata è quasi sempre sostituito dal passato prossimo anche in riferimento a fatti che risalgono a molto tempo prima ("mio nonno ha combattuto la seconda guerra mondiale", "l'Italia si è unita nel 1861"). Questo uso, anche se normale nella lingua quotidiana parlata, non è da considerarsi molto corretto. Di sicuro non rappresenta la norma!
Dipende però molto dal livello culturale del parlante e anche dal contesto più o meno formale: per esempio, nel corso di una conferenza specialistica o di un discorso pubblico, è decisamente più probabile sentire usare il passato remoto che durante una cena fra amici. In generale le persone colte, specialmente se parlano di eventi lontani nel tempo, usano normalmente il passato remoto.
Ad ogni modo: se la lingua italiana prevede due tempi verbali per il passato, è bene usarli, uno (il passato prossimo) per parlare di eventi "freschi", che in qualche modo consideriamo ancora abbastanza recenti; l'altro (il passato remoto) per raccontare qualcosa di più distante nel tempo. Questi due tempi rappresentano una risorsa, anche stilistica, importante (specialmente ai livelli più avanzati)! Per cui è bene imparare a usarli entrambi.
Si noti infine che, sia al Nord sia al Sud, il passato remoto continua a essere largamente usato nella lingua scritta e in particolare nella poesia e nella prosa letteraria. Un romanzo scritto tutto al passato prossimo è semplicemente inconcepibile. Quindi chi ha detto che il passato remoto "non si usa"? Si usa eccome, anche se non dappertutto nel parlato quotidiano, che in genere si riferisce a eventi piuttosto recenti.
REGOLE
1) I verbi regolari utilizzano le desinenze:
-ai
-asti
-ò
-ammo
-aste
-arono
-ei (-etti)
-esti
-é (-ette)
-emmo
-este
-erono (-ettero)
-ii
-isti
-ì
-immo
-iste
-irono
Per esempio: io parlai; noi credemmo; lei uscì; tu lavorasti; lui poté (potette); voi dormiste; loro venderono (vendettero).
Attenzione anche all'ortografia: nella terza persona singolare, i verbi in -ere richiedono l'accento acuto (vendé, poté, insisté); quelli in -are e -ire vogliono invece l'accento grave (parlò, pensò, volò, mangiò; capì, preferì, obbedì, pulì)!
2) La maggioranza dei verbi irregolari appartiene alla seconda coniugazione (-ere). In questo caso il verbo si comporta nel modo seguente, con un'irregolarità che riguarda solo 3 delle 6 persone. Possiamo parlare quindi di un'irregolarità al 50%:
io CREBBI
tu crescesti
lui CREBBE
noi crescemmo
voi cresceste
loro CREBBERO
io LESSI
tu leggesti
lui LESSE
noi leggemmo
voi leggeste
loro LESSERO
Notiamo che la terza persona singolare richiede l'accento non più sull'ultima sillaba come nei verbi regolari (-é), ma sulla penultima sillaba (e quindi non si scrive): lui/lei crebbe (non: crescé); lui/lei lesse (non: leggé).
Notiamo inoltre che la terza persona plurale utilizza la desinenza -ero (non: -erono): loro crebbero (non: crescerono); loro lessero (non: leggerono); loro videro (non: vederono). E l'accento tonico "sale" sempre sulla terzultima sillaba (crébbero, lèssero, vìdero).
3) Alcuni verbi irregolari (non molti, per fortuna) sono al 100% irregolari ed è bene impararli a memoria.
I più importanti sono:
io fui
tu fosti
lui, lei fu
noi fummo
voi foste
loro furono
io feci
tu facesti
lui, lei fece
noi facemmo
voi faceste
loro fecero
io dissi
tu dicesti
lui, lei disse
noi dicemmo
voi diceste
loro dissero
io trassi
tu traesti
lui, lei trasse
noi traemmo
voi traeste
loro trassero
io posi
tu ponesti
lui, lei pose
noi ponemmo
voi poneste
loro posero
io tradussi
tu traducesti
lui, lei tradusse
noi traducemmo
voi traduceste
loro tradussero
io stetti
tu stesti
lui, lei stette
noi stemmo
voi steste
loro stettero
io detti (diedi)
tu desti
lui, lei dette (diede)
noi demmo
voi deste
loro dettero (diedero)
Conclusione
Ingiustamente il passato remoto è considerato dagli studenti stranieri un vero incubo. Forse è colpa di insegnanti italiani che hanno a loro volta lo stesso incubo? A me non sembra così difficile, in fondo. E a voi?
In realtà il passato remoto è, sotto molti aspetti, più semplice o più pratico del passato prossimo, perché:
1) ha meno verbi irregolari nella prima e nella terza coniugazione;
2) non richiede alcun verbo ausiliare né la fastidiosa concordanza del participio (maschile, femminile, singolare, plurale); i verbi che al passato prossimo usano a volte "avere", a volte "essere" a seconda che siano transitivi o intransitivi, di movimento o non di movimento (cominciare, finire, continuare, salire, scendere, saltare, correre, volare, suonare, passare...), hanno un'unica forma di passato remoto (Paolo finì il lavoro; la partita finì 0-0; noi salimmo le scale; noi salimmo al primo piano),
3) molti verbi che sono irregolari negli altri tempi diventano qui magicamente regolari (andare, avere, potere, dovere, uscire...);
4) è più elegante del passato prossimo (agli esami, se lo userete correttamente, farete una bellissima figura!), e quando si parla di eventi storici è anche molto più corretto.
Quindi, lunga vita al passato remoto! E, se qualcuno vi dice che è antiquato o inutile, ditegli di aprire un bel manuale di grammatica o spiegateglielo voi! Non è mai troppo tardi per imparare a parlare e scrivere bene l'italiano.
Verbi irregolari
(in aggiornamento)
Esercizio
1) I bambini ............... (divertirsi) molto durante la loro prima gita scolastica.
2) Ricordo che nel 1998 ............... (nevicare) molto sulle Alpi.
3) La Sampdoria ............... (vincere) il campionato italiano di calcio nel 1991.
4) Signori, voi da giovani ............... (fare) qualche viaggio all'estero?
5) I mendicanti ............... (chiedermi) dei soldi e io ............... (darglieli).
6) Nessuno quel giorno ............... (uscire), visto il tempaccio che imperversava.
7) Maria ............... (raccontare) la sua versione dei fatti, ma pochi ............... (crederle).
8) L'anno scorso a Natale ............... (io dovere) lavorare perché ero di turno.
9) Mamma, che voto ............... (tu prendere) all'esame di maturità?
10) Professoressa, tanti anni fa lei ............... (rimandarmi): ricorda?
11) La luce ............... (spegnersi) e tutti ............... (avere) una gran paura.
12) Questo quadro è qui da tanto tempo: se non erro, ............... (appenderlo) mio padre vent'anni fa.
13) Chi di voi ............... (superare) l'esame di italiano nell'anno 2011?
14) Quando ............... (io incontrare) il mio vecchio collega, ............... (noi parlare) del più e del meno.
15) Quel giorno ............... (io riuscire) a prendere il treno, ma l'indomani purtroppo ............... (perderlo).
16) Diversi mesi fa ............... (noi fare) la spesa in quel supermercato e le cose che ............... (noi comprare) ............... (piacerci).
17) Non ricordo la trama di questo libro: infatti ............... (io leggerlo) da giovane.
18) Il bambino ............... (rompere) il vaso e sua madre ............... (sgridarlo).
19) Renato, ............... (tu laurearsi) a Roma o a Milano?
20) Nell'inverno del 2005 ............... (piovere) poco, ma ............... (fare) parecchio freddo.
(risposte: si divertirono; nevicò; vinse; faceste; mi chiesero; glieli diedi/detti; uscì; raccontò; le credé/credette; dovei/dovetti; prendesti; mi rimandò; si spense; ebbero; lo appese; superò; incontrai; parlammo; riuscii; lo persi; facemmo; comprammo; ci piacquero; lo lessi; ruppe; lo sgridò; ti laureasti; piovve; fece).
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Il passato remoto è un tempo verbale usato spesso (molto più spesso di quanto immaginiamo e di quanto dicano i libri o alcuni insegnanti in classe!) nella lingua italiana al posto del passato prossimo, soprattutto in riferimento a eventi storici o comunque così distanti nel tempo da non lasciare grosse conseguenze nel presente.
Il suo uso e la sua diffusione sono differenti da una regione italiana all'altra, quindi è sbagliato generalizzare e dire che "non lo usa nessuno": la verità è ben diversa.
Gli stessi insegnanti, se settentrionali, farebbero bene a dire: "Dalle mie parti è poco usato. Però in molte altre regioni, dove l'italiano è usato forse anche più correttamente che nella mia, il passato remoto è usato con una certa regolarità".
Nel Sud Italia e al Centro, il passato remoto è comunissimo anche nella lingua parlata, spesso in riferimento a fatti avvenuti solo pochi giorni prima ("la settimana scorsa incontrai Paolo e gli raccontai le mie novità", "l'altro giorno vidi un bel fiore e lo raccolsi").
Nel Nord Italia esso è effettivamente poco frequente, e nella lingua parlata è quasi sempre sostituito dal passato prossimo anche in riferimento a fatti che risalgono a molto tempo prima ("mio nonno ha combattuto la seconda guerra mondiale", "l'Italia si è unita nel 1861"). Questo uso, anche se normale nella lingua quotidiana parlata, non è da considerarsi molto corretto. Di sicuro non rappresenta la norma!
Dipende però molto dal livello culturale del parlante e anche dal contesto più o meno formale: per esempio, nel corso di una conferenza specialistica o di un discorso pubblico, è decisamente più probabile sentire usare il passato remoto che durante una cena fra amici. In generale le persone colte, specialmente se parlano di eventi lontani nel tempo, usano normalmente il passato remoto.
Ad ogni modo: se la lingua italiana prevede due tempi verbali per il passato, è bene usarli, uno (il passato prossimo) per parlare di eventi "freschi", che in qualche modo consideriamo ancora abbastanza recenti; l'altro (il passato remoto) per raccontare qualcosa di più distante nel tempo. Questi due tempi rappresentano una risorsa, anche stilistica, importante (specialmente ai livelli più avanzati)! Per cui è bene imparare a usarli entrambi.
Si noti infine che, sia al Nord sia al Sud, il passato remoto continua a essere largamente usato nella lingua scritta e in particolare nella poesia e nella prosa letteraria. Un romanzo scritto tutto al passato prossimo è semplicemente inconcepibile. Quindi chi ha detto che il passato remoto "non si usa"? Si usa eccome, anche se non dappertutto nel parlato quotidiano, che in genere si riferisce a eventi piuttosto recenti.
REGOLE
1) I verbi regolari utilizzano le desinenze:
-ai
-asti
-ò
-ammo
-aste
-arono
-ei (-etti)
-esti
-é (-ette)
-emmo
-este
-erono (-ettero)
-ii
-isti
-ì
-immo
-iste
-irono
Per esempio: io parlai; noi credemmo; lei uscì; tu lavorasti; lui poté (potette); voi dormiste; loro venderono (vendettero).
Attenzione anche all'ortografia: nella terza persona singolare, i verbi in -ere richiedono l'accento acuto (vendé, poté, insisté); quelli in -are e -ire vogliono invece l'accento grave (parlò, pensò, volò, mangiò; capì, preferì, obbedì, pulì)!
2) La maggioranza dei verbi irregolari appartiene alla seconda coniugazione (-ere). In questo caso il verbo si comporta nel modo seguente, con un'irregolarità che riguarda solo 3 delle 6 persone. Possiamo parlare quindi di un'irregolarità al 50%:
io CREBBI
tu crescesti
lui CREBBE
noi crescemmo
voi cresceste
loro CREBBERO
io LESSI
tu leggesti
lui LESSE
noi leggemmo
voi leggeste
loro LESSERO
Notiamo che la terza persona singolare richiede l'accento non più sull'ultima sillaba come nei verbi regolari (-é), ma sulla penultima sillaba (e quindi non si scrive): lui/lei crebbe (non: crescé); lui/lei lesse (non: leggé).
Notiamo inoltre che la terza persona plurale utilizza la desinenza -ero (non: -erono): loro crebbero (non: crescerono); loro lessero (non: leggerono); loro videro (non: vederono). E l'accento tonico "sale" sempre sulla terzultima sillaba (crébbero, lèssero, vìdero).
3) Alcuni verbi irregolari (non molti, per fortuna) sono al 100% irregolari ed è bene impararli a memoria.
I più importanti sono:
io fui
tu fosti
lui, lei fu
noi fummo
voi foste
loro furono
io feci
tu facesti
lui, lei fece
noi facemmo
voi faceste
loro fecero
io dissi
tu dicesti
lui, lei disse
noi dicemmo
voi diceste
loro dissero
io trassi
tu traesti
lui, lei trasse
noi traemmo
voi traeste
loro trassero
io posi
tu ponesti
lui, lei pose
noi ponemmo
voi poneste
loro posero
io tradussi
tu traducesti
lui, lei tradusse
noi traducemmo
voi traduceste
loro tradussero
io stetti
tu stesti
lui, lei stette
noi stemmo
voi steste
loro stettero
io detti (diedi)
tu desti
lui, lei dette (diede)
noi demmo
voi deste
loro dettero (diedero)
Conclusione
Ingiustamente il passato remoto è considerato dagli studenti stranieri un vero incubo. Forse è colpa di insegnanti italiani che hanno a loro volta lo stesso incubo? A me non sembra così difficile, in fondo. E a voi?
In realtà il passato remoto è, sotto molti aspetti, più semplice o più pratico del passato prossimo, perché:
1) ha meno verbi irregolari nella prima e nella terza coniugazione;
2) non richiede alcun verbo ausiliare né la fastidiosa concordanza del participio (maschile, femminile, singolare, plurale); i verbi che al passato prossimo usano a volte "avere", a volte "essere" a seconda che siano transitivi o intransitivi, di movimento o non di movimento (cominciare, finire, continuare, salire, scendere, saltare, correre, volare, suonare, passare...), hanno un'unica forma di passato remoto (Paolo finì il lavoro; la partita finì 0-0; noi salimmo le scale; noi salimmo al primo piano),
3) molti verbi che sono irregolari negli altri tempi diventano qui magicamente regolari (andare, avere, potere, dovere, uscire...);
4) è più elegante del passato prossimo (agli esami, se lo userete correttamente, farete una bellissima figura!), e quando si parla di eventi storici è anche molto più corretto.
Quindi, lunga vita al passato remoto! E, se qualcuno vi dice che è antiquato o inutile, ditegli di aprire un bel manuale di grammatica o spiegateglielo voi! Non è mai troppo tardi per imparare a parlare e scrivere bene l'italiano.
Verbi irregolari
- avere: ebbi, avesti, ebbe...
- bere: bevvi, bevesti, bevve...
- cadere: caddi, cadesti, cadde... (così anche accadere)
- conoscere: conobbi, conoscesti, conobbe... (così anche riconoscere)
- correre: corsi, corresti, corse...
- cuocere: cossi, cuocesti, cosse...
- giungere: giunsi, giungesti, giunse... (così anche raggiungere, ingiungere, aggiungere, congiungere ecc.)
- mettere: misi, mettesti, mise... (così anche promettere, permettere, premettere, ammettere, immettere ecc.)
- mordere: morsi, mordesti, morse...
- muovere: mossi, muovesti, mosse... (così anche commuovere, smuovere, promuovere ecc.)
- nascere: nacqui, nascesti, nacque...
- piacere: piacqui, piacesti, piacque...
- piovere: piovve [a parte rarissimi casi, si usa solo la terza persona singolare]
- prendere: presi, prendesti, prese... (così anche accendere, comprendere, scendere, appendere, offendere ecc.)
- ridere: risi, ridesti, rise... (così anche sorridere, uccidere, decidere, deridere ecc.)
- rispondere: risposi, rispondesti, rispose...
- rompere: ruppi, rompesti, ruppe... (così anche irrompere)
- sapere: seppi, sapesti, seppe...
- scegliere: scelsi, scegliesti, scelse... (così anche prescegliere ecc.)
- scendere: scesi, scendesti, scese... (così anche prendere, rendere, tendere, intendere ecc.)
- scrivere: scrissi, scrivesti, scrisse... (così anche iscrivere/iscriversi, descrivere, prescrivere ecc.)
- spegnere: spensi, spegnesti, spense...
- stringere: strinsi, stringesti, strinse... (così anche fingere, cingere, tingere, costringere, pungere, mungere ecc.)
- succedere: successe, successero [le altre persone sono rare]
- tenere: tenni, tenesti, tenne... (così anche ritenere, trattenere, ottenere ecc.)
- togliere: tolsi, togliesti, tolse... (così anche raccogliere, cogliere ecc.)
- valere: valsi, valesti, valse...
- vedere: vidi, vedesti, vide...
- venire: venni, venisti, venne... (così anche provenire, divenire, svenire ecc.)
- vincere: vinsi, vincesti, vinse... (così anche convincere ecc.)
- vivere: vissi, vivesti, visse... (così anche sopravvivere)
- volere: volli, volesti, volle...
(in aggiornamento)
Esercizio
1) I bambini ............... (divertirsi) molto durante la loro prima gita scolastica.
2) Ricordo che nel 1998 ............... (nevicare) molto sulle Alpi.
3) La Sampdoria ............... (vincere) il campionato italiano di calcio nel 1991.
4) Signori, voi da giovani ............... (fare) qualche viaggio all'estero?
5) I mendicanti ............... (chiedermi) dei soldi e io ............... (darglieli).
6) Nessuno quel giorno ............... (uscire), visto il tempaccio che imperversava.
7) Maria ............... (raccontare) la sua versione dei fatti, ma pochi ............... (crederle).
8) L'anno scorso a Natale ............... (io dovere) lavorare perché ero di turno.
9) Mamma, che voto ............... (tu prendere) all'esame di maturità?
10) Professoressa, tanti anni fa lei ............... (rimandarmi): ricorda?
11) La luce ............... (spegnersi) e tutti ............... (avere) una gran paura.
12) Questo quadro è qui da tanto tempo: se non erro, ............... (appenderlo) mio padre vent'anni fa.
13) Chi di voi ............... (superare) l'esame di italiano nell'anno 2011?
14) Quando ............... (io incontrare) il mio vecchio collega, ............... (noi parlare) del più e del meno.
15) Quel giorno ............... (io riuscire) a prendere il treno, ma l'indomani purtroppo ............... (perderlo).
16) Diversi mesi fa ............... (noi fare) la spesa in quel supermercato e le cose che ............... (noi comprare) ............... (piacerci).
17) Non ricordo la trama di questo libro: infatti ............... (io leggerlo) da giovane.
18) Il bambino ............... (rompere) il vaso e sua madre ............... (sgridarlo).
19) Renato, ............... (tu laurearsi) a Roma o a Milano?
20) Nell'inverno del 2005 ............... (piovere) poco, ma ............... (fare) parecchio freddo.
(risposte: si divertirono; nevicò; vinse; faceste; mi chiesero; glieli diedi/detti; uscì; raccontò; le credé/credette; dovei/dovetti; prendesti; mi rimandò; si spense; ebbero; lo appese; superò; incontrai; parlammo; riuscii; lo persi; facemmo; comprammo; ci piacquero; lo lessi; ruppe; lo sgridò; ti laureasti; piovve; fece).
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